lunedì 8 aprile 2013

Se tu vuoi sapere qual è il valore della tua vita, vedi quale peso ha in essa l'adorazione




Nella preghiera tu sei soprattutto attirato dal moto d’amore di Dio che viene a salvarti in Gesù Cristo. In questo modo tu rischi di metterti al centro e di rinchiuderti in una specie di utilitarismo spirituale. Spezza questo cerchio per osare, in un gesto gratuito di adorazione, il movimento ascendente contrario. Tu sei fatto per adorare Dio e la tua vita troverà il suo vero centro di gravità quando ti prosternerai nella polvere davanti al Dio tre volte santo della visione d’Isaia (c. 6). 
I cristiani parlano ancora molto di Dio: fanno anche molte cose per lui, ma vanno perdendo il senso dell’adorazione; e per questo rischiano l’ateismo. Un Dio che non si adora non è il vero Dio. Tu devi riconoscere che Dio solo è Dio e che l’adorazione è il tuo primo dovere. Questo atto non è che un anticipo, un pregustare quello che farai eternamente nel cuore della santissima Trinità. 
Adorare non è per te solo un dovere che deriva dalla tua condizione di creatura: esso è la forma più elevata della tua vita di uomo. Adorando Dio, tu proclami la sua santità, ma al tempo stesso affermi la tua grandezza di uomo libero davanti a lui: «Il valore di una vita, dice padre Monchanin, è dato dal posto che vi ha l’adorazione». Quando vuoi Dio per Dio, adorandolo, allora trovi la tua libertà di uomo. 
E’ vero che la Chiesa deve continuamente ricordare che Cristo è venuto a salvare l’uomo e che i cristiani devono mettersi al servizio dei fratelli, ma essa tradirebbe la sua missione se riducesse il cristianesimo ad una pura diaconia fraterna: la fede si degraderebbe in un umanesimo monco. Oggi gli uomini soffocano in una società di consumi; essi hanno lo stretto diritto di vedere la Chiesa quale deve essere nella sua vera missione: rivolta verso gli uomini da salvare, ma prima di tutto verso Dio da adorare e da amare. 
Chiedi lungamente e con fervore allo Spirito Santo il senso dell’adorazione, e poi prosternati davanti a Dio nell’atteggiamento di colui che è colpito insieme dall’esperienza della santità di Dio e dal senso del proprio peccato: «Adorare Dio, dice il padre Geffré, è abbassare gli occhi davanti alla sua gloria». «Quando Mosè sentì la voce di Dio nel roveto ardente, si velò il viso, perché aveva paura di guardare verso Dio» (Es 3,6). Solo Cristo rende una lode perfetta di adorazione al Padre: chiedigli di riprodurre in te quel movimento che lo faceva tendere ad Patrem. 
Per adorare, tu devi intravedere la gloria di Dio, ossia la sua grandezza inaccessibile e la sua santità incomparabile. Ma Dio non si rivela mai come totalmente Altro senza rivelarsi insieme come vicinissimo, poiché è Amore, il Dio santo è anche inscindibilmente il Dio Amore che ti fa partecipare alla sua vita trinitaria. Dio è adorabile perché è Amore. 
Il tuo stesso corpo è chiamato a esprimere l’adorazione del tuo cuore. In certi momenti tu non potrai fare altro che prosternarti con la faccia a terra (Ez 1,28). poiché la santità di Dio è un mistero che sfugge sempre alla presa dell’uomo. Tu ti nasconderai il volto tra le mani, ma sentirai Dio chiamarti per nome. Prenderai così coscienza del tuo peccato di fronte alla santità di Dio. Ma il Dio santo non annienta il peccatore, Io purifica. L’angelo tocca la bocca d’Isaia con della brace presa dall’altare, per purificarla. 
In fondo, è contemplando Gesù Cristo che scoprirai la santità e la vicinanza di Dio. In lui tu hai l’intimità del Dio totalmente Altro con l’uomo. Egli è l’unico adoratore del Padre: «E giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori» (6v 4,23). Nell’orazione sei ghermito dallo Spirito che ti configura a Cristo. A sua volta, il Figlio ti conduce nelle profondità del Padre e ti fa partecipare alla sua stretta d’amore. E dalle labbra e dal cuore del Cristo che sale la perfetta adorazione del Padre. lmmergiti sempre di più nel Cristo. 

(Jean Lafrance – Prega il Padre tuo nel segreto edizioni O.R.) 

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